Note stonate dal pianoforte del Cogesa

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E domani da Via Cavour in Roma a Noce Mattei alle Marane…

LA SINDACA DI SULMONA RECLAMIZZA IL COGESA PRIMA DI SENTIRE COSA NE PENSI IL SUO CONSIGLIO COMUNALE

18 GIUGNO 2018 – Il sindaco di Sulmona entra in polemica con l’assessore comunale di Pratola Peligna Antony Leone, che a suo avviso “pur avendo partecipato alle riunioni del Comitato Ristretto del Controllo Analogo di Cogesa spa, sembra non aver compreso il ruolo dello stesso organo e dei suoi componenti, così come sembra non aver compreso il senso della proposta in discussone. Il Cogesa spa è una realtà importante con ormai 62 soci e il Controllo Analogo ha il compito di attuare la concreta direzione della politica societaria da parte dei Comuni soci, attraverso l’esame degli atti e delle proposte degli amministratori in termini di politica aziendale assunte nell’interesse della società e della generalità dei soci stessi. E così è stato. L’amministratore di Cogesa spa ha raccolto le esigenze di molti Comuni, la maggioranza di piccole o piccolissime dimensioni, che, per mancanza di personale e risorse, non sono nelle condizioni di poter garantire servizi pubblici essenziali. Ed e’ proprio su tali richieste che ha modulato la proposta di modifica, peraltro, a mio avviso, da intendersi non significativa rispetto alla missione principale che resta comunque la gestione integrata dei rifiuti e, quindi, non rientrante nelle ipotesi di cui all’art. 7 comma 7 del D.Lgs 19 agosto 2016, n. 175. E’ un’ opportunità in più che viene offerta ai Comuni soci in tempi difficili che, se la maggioranza dei Consigli comunali della compagine sociale approveranno con apposita delibera, ciascun Comune potrà cogliere in relazione agli specifici bisogni. A mio avviso, in una logica di territorio, di solidarietà reciproca e di crescita della politica aziendale di Cogesa, non c’è alcuna ragione per andare contro le esigenze degli Enti che hanno bisogno di una mano. Tanta passione del Comune di Pratola su questo tema lascia, peraltro, piuttosto perplessi visto che, pur essendo socio, sono anni che non affida al Cogesa i loro servizi di raccolta dei rifiuti, esternalizzandoli regolarmente ad altre imprese”.

Il cammino verso la trasformazione di una impresa di trattamento dei rifiuti verso una “multiutility” è evidentemente costellato di ostacoli e faranno bene i Comuni a discutere le proposte di modifica che sono state apprestate.

Quello che sfugge è il motivo per il quale il sindaco di Sulmona fa da altoparlante per una tesi prima ancora che il proprio consiglio comunale si sia espresso; e, prima ancora che il suo Consiglio si sia espresso, va a rimbrottare un assessore del Comune confinante, che può esprimersi come ritiene, tra l’altro senza doversi neppure giustificare sulla esternalizzazione dei rifiuti del proprio territorio. Anomalie e disarmonie sono state registrate in gran numero negli ultimi mesi per questo “COGESA”, che ha deglutito rifiuti di tutti i generi, non provenienti dai Comuni della sua area, come i fanghi del porto di Pescara, che saranno i più puliti della terra, ma non si spiega perché mai, così leggeri, non siano stati trattenuti da Pescara; come i rifiuti di Roma, che saranno anche ben pagati, ma non facevano parte del programma per il quale fu realizzato l’impianto di smaltimento delle Marane; come i rifiuti dell’Aquila, città che è entrata a far parte del Cogesa qualche mese fa e ci risulta che sia capoluogo di altro territorio che avrebbe ben potuto dotarsi di una propria discarica e di un proprio impianto.

Che la dott.ssa Casini si trasformi in agit-prop per questa metamorfosi del Cogesa è piuttosto curioso e si spiega solo con la stessa chiave di lettura che consente di aprire tutti i misteri di una politica che da un po’ di tempo (questo è l’allarme) viene gestita a… pianoforte: ad ogni tasto corrisponde un amministratore e, quando deve esporsi lo sventurato presidente della Provincia, per sostenere allucinanti tesi sulla responsabilità della chiusura delle strade, viene battuto un tasto al quale corrisponde una nota; quando occorre mandare al sacrificio il presidente della Casa Santa appena nominato e non del tutto “organico”, viene battuto il tasto che sancisce il “casus belli” e il presidente viene sfrattato; quando occorre rimuovere un assessore comunale, il pianista batte un altro tasto e salta un assessore senza che si sia capito cosa abbia fatto di diverso rispetto a quanto facesse fino a quel momento. Il pianista è sempre l’ex assessore regionale Andrea Gerosolimo, che, se dovesse verificare la sua forza elettorale attuale, non saprebbe presentarsi ad un organo elettivo superiore al suo condominio. Ma intanto questi martelletti del piano, percossi a semplice comando, suonano le note del pianista e vanno molto al di là del loro ruolo, perché, per esempio, non è il ruolo del sindaco di Sulmona propagandare le tesi e gli obiettivi del Cogesa, almeno prima di sentire il suo Consiglio (secondo democrazia…). Ne risulta una serie di note scoordinate, che non fanno una sinfonia, ma producono solo dissonanze e frastuoni, durante i quali non si capisce neppure perché si sollevi una polemica; la si mette, come si suol dire, a caciara.

 

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