OVIDIO DEVASTATO, NASCE UNA CLASSIFICA

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FRANCO IEZZI POTREBBE ESSERE SCAVALCATO NEGLI LISTA DEGLI OBBROBRI

15 APRILE –  “Terra ferax Ceresis multoque feracor uvis”, “verso ripreso dalle Metamorfosi”.

Con questo obbrobrio della felice lingua di Publio Ovidio Nasone viene presentata  su varie testate giornalistiche online l’ennesima iniziativa per sfruttare il nome del poeta sulmonese a fini commerciali. In questo caso, il vino. In genere, quando i giornalisti riprendono pappagallescamente una frase per un evento, c’è da giurare che tale frase sia stata dettata da qualche “lancio”, da una fonte comune. Bisognerebbe scoprire da dove viene il virus.

Innanzitutto le “Metamorfosi” non c’entrano proprio niente, perché la frase sta nel secondo libro degli “Amores”, come avrebbero scoperto tutti soltanto cliccando il testo su google. Il fatto è che se vai a interrogare il motore con quella frase, c’è il rischio che ti senti rispondere “Ripassa dopo aver studiato Ovidio”. La frase, infatti, non ha niente a che fare con Ceresis e tanto meno con feracor, perché è “Terra ferax Cereris, multoque feracior uvis”. Dopo Franco Iezzi che ha detto che Ovidio si è ispirato a Galeno nei suoi “Medicamina faciei feminae” (quando Galeno è nato quasi due secoli dopo Ovidio), questo svarione merita il secondo posto. Ma fino al Bimillenario tutti possono dare il meglio e lo stesso presidente del Parco Majella potrebbe essere detronizzato.

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