ACCORDO SUL MONTEPULCIANO: L’ABRUZZO CONSERVA IL SUO

801

MA IL VINO TOSCANO SI FREGIA DELLA NOBILTA’

23 MARZO 2012 – I produttori del “Montepulciano d’Abruzzo” possono continuare a chiamare con il suo nome il vino che da decenni esce dalle loro cantine e che negli ultimi venti anni ha accresciuto a dismisura la presenta nel mercato nazionale e internazionale. Lo afferma un accordo raggiunto al Ministero delle Politiche Agricole a Roma, con tra il consorzio del “Nobile di Montepulciano” e quello del “Montepulciano d’Abruzzo”.La controversia rischiava di espellere dal novero delle denominazioni consentite quella del Montepulciano d’Abruzzo, sull’ovvio rilievo che la cittadina portabandiera di questo tipo di rosso si trova in Toscana e al centro dell’area del vitigno con su proprie caratteristiche quando i Medici cominciarono a trasferirlo in Abruzzo, forse a Capestrano. La posta in gioco erano anche i notevoli investimenti, anche nel marketing, affrontati dalla metà degli anni Novanta in tutta l’Abruzzo. L’accordo pare sia stato raggiunto anche per evitare più gravi danni che la situazione di incertezza avrebbe determinato in relazione alla concorrenza di altri vini esteri.

Ora la differenza sta tutta in quella parola “Nobile”, che in realtà non dovrebbe influenzare molto le scelte rispetto alla già consolidata tradizione che il Montepulciano d’Abruzzo si è conquistata. Basti considerare che nel 2007 il Montepulciano d’Abruzzo è stato il primo “doc” italiano per produzione.

Sul tema del Montepulciano, nella sezione “Enologia”  di questo sito:

Battaglia legale sul Montepulciano: l’Abruzzo la spunta?

Il Montepulciano peligno rinnegherà le origini?

Lo storico Cercone: “Capestrano attirò i vitigni toscani”

Il sommelier Moscardi: “Ma il futuro è del Cerasuolo”

Galilei: “D’uva un nuovo sangue: il vino”

Vino: per Plinio i peligni avevano un segreto

Gli investimenti del Dr. Colella e le speranze per un vino eccellente

Please follow and like us: